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trento symphonia

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In Trento Symphonia lavorano sia la dissociazione che la ricomposizione del paesaggio, tanto attraverso l'ascolto quanto tramite la visione. Vogliamo dire che allo spazio che ci fornisce la visione, uno spazio ordinato, sorvegliato, regolato, sovrapponiamo il disordine immesso dall'ascolto. E queste sono per noi delle ottime premesse per una più attenta appropriazione di quello spazio e degli eventi che in esso accadono. Inoltre, tutto questo avviene in un momento, quello del passaggio dal giorno alla notte, che incrina l'attività banalizzante e rassicurante che attribuiamo allo sguardo e fa da contrappunto visivo alla messa in gioco dell'incognito, propria dell'ascolto.
In altre parole, con questo lavoro tentiamo di creare una sorta di reciprocità inusuale tra vista e udito: il carattere inevitabilmente mimetico innescato dalla visione del paesaggio si integra e si sostanzia con quello prettamente partecipativo dell'ascolto del paesaggio. Questo trasporto verso una impossibile coincidenza si sviluppa, però, in un movimento continuo di arrivi, trascinamenti e evocazioni reciproci.
I movimenti dei musicisti e cantanti seguono una coreografia precisa che consente ai diversi gruppi (come i violinisti, flautisti, ecc) di occupare diversi campi della visione.
All'inizio del video, tutti gli attori sono presenti e occupano l'intera vista panoramica. Poi lentamente, cominciano a muoversi in schemi apparentemente casuali.
Tuttavia, questa coreografia dei musicisti e cantanti, raccolti dalle 3 diverse telecamere, è stata progettata per produrre una lenta dissoluzione della visione, e, di conseguenza, l'esperienza di ascolto. Così la complessità della coreografia consente una lenta destrutturazione dell'esecuzione musicale, tutto questo non intervenendo sui tempi e sulla struttura melodica del brano. Il brano musicale scelto per questa performance è una porzione della prima parte del 8 ° Sinfonia di Gustav Mahler.
Le ragioni della scelta di questa particolare Sinfonia sono legate sia alla sua grande complessità musicale (masse tonali, numero di musicisti e cantanti, ecc), complessità quindi che ben si presta all'accentuazione della scomparsa di interi gruppi di musicisti, oltre che allo sforzo di Mahler di ricreare un nuova musica "naturale". Questo pezzo si basa non solo sulla cosiddetta "musica d'arte", ma anche su molte, comuni se non banali, forme musicali come marce, canzoni di strada, ritmi di danza e canti popolari, che delineano la capacità di questa sinfonia di determinare un affresco. Crediamo che Mahler, un superbo post-romantico, ha iniziato qui una ridefinizione della natura della musica, una scomposizione e ricostruzione della complessità musicale. E, nel video, una forma si decompone musicalmente per riapparire in una nuova luce attraverso rigenerati processi e combinazioni.


In Trento Symphonia we are faced with both the dissociation and the recomposition of the landscape, which is achieved by means of listening and seeing. The well ordered, supervised, and regulated space of seeing is confronted with the disorder that is brought about by listening. For us, these are the ideal conditions for a more attentive appropriation of this space and of the events that it contains. Furthermore, this occurs during the transition from day to night—a time which upsets the banal and reassuring activities that we attribute to the eye and acts as a visual counterpoint by introducing the unknown, which is a characteristic of listening.
In other words, with this work we attempt to create an unusual reciprocity between seeing and hearing: the mimetic character inevitably triggered by the sight of the landscape is integrated into, and substantiated by, the purely participatory character of listening to the landscape.
This progression towards an impossible correspondence develops, however, in a continuous movement of mutual arrivals, lingering, and evocations. The movements of the musicians and the singers follow a precise choreography that allows different groups (such as violinists, flutists, etc.) to occupy various fields of vision. In the beginning of the video, all performers are present and occupy the entire panoramic view. Then they slowly begin to move in seemingly random patterns. However, this choreography of the musicians and singers, picked up by the 3 different cameras, is designed produce a slow dissolution of vision, and consequently, of the listening experience. Thus the complexity of the choreography allows for a slow deconstruction of the musical performance, all while not intervening on the timing and the melodic structure of the score. The piece of music chosen for this performance is a sizable portion of the first part of Gustav Mahler’s 8th Symphony. The reasons for choosing this particular composition are linked both to its great musical complexity (tonal masses, number of musicians and singers, etc.), which lends itself well to accentuate the disappearance of whole groups of musicians, and to Mahler’s effort to recreate a new "natural" music. This piece not only draws on so-called "art music" but also on many common, if not trivial, musical forms such as marches, street songs, dance rhythms, and folk songs, which outline the fresco-like quality of the symphony. We believe that Mahler, an exemplary post-romantic, began here a redefinition of the nature of music—a decomposition and reconstruction of musical complexity. Even here, a form decomposes musically to reappear in a new light throu gh regenerating processes and combinations.

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